Il nunzio apostolico in Iran, ossia il vescovo inviato dalla Santa Sede, è molisano, si tratta del sammartinese Leo Boccardi e in questi giorni di tensione altissima, la sua è una testimonianza importante. E’ stata diffusa attraverso una preghiera letta dal parroco di San Martino in Pensilis, don Nicola Mattia, nella giornata di ieri, in ciascuna delle funzioni religiose officiate in paese, nel giorno dell’Epifania. Intanto tiene banco l’attualità, come riferiscono tutti i notiziari. Riferiva l’Ansa ieri sera: «Anche se colpissimo tutte le basi Usa, o uccidessimo Trump o il suo ministro della Difesa, non sarebbe sufficiente a vendicare l’uccisione di Qassem (Soleimani). Solo l’espulsione degli americani dalla regione lo sarà». Lo ha detto il brigadiere generale Amir Ali Hajizadeh, comandante delle unità aerospaziali dei Pasdaran, durante i funerali delle generale Soleimani a Teheran. I ministri degli Esteri dell’Unione europea si riuniranno venerdì prossimo a Bruxelles in un vertice straordinario per discutere della crisi in Iran e Iraq. Secondo quanto si apprende a Bruxelles, non è escluso che si discuterà anche della questione libica. Per la seconda notte consecutiva, razzi Katyusha si sono abbattuti sul centro di Baghdad, provocando sei feriti, secondo quanto riferisce la televisione satellitare panaraba Al Jazeera. Tre razzi sono caduti nella superfortificata Green Zone, dove hanno sede diverse ambasciate tra cui quella americana. Due, in particolare, hanno colpito vicino alla sede diplomatica. Altri tre sono caduti nell’area di Jadriya, secondo fonti militari. Intanto Ali Akbar Velayati, consigliere del leader iraniano Ali Khamenei, citato da Farsnews minaccia: “Se gli Stati Uniti non ritirano le forze dalla regione, affronteranno un altro Vietnam”. “Nonostante le vanterie dell’ignorante presidente degli Stati Uniti, l’Iran intraprenderà un’azione di ritorsione contro la stupida mossa degli americani che li farà pentire”, ha sottolineato. I militari americani devono essere cacciati dall’Iraq: è quanto ha chiesto domenica il Parlamento iracheno al governo di Baghdad. La prima risposta al blitz americano in cui venerdì notte è stato ucciso il generale Qassem Soleimani è di natura politica, ma potenzialmente più incisiva dell’attesa rappresaglia iraniana. Con un’altra contromossa, Teheran ha annunciato un’ulteriore riduzione dei suoi obblighi relativi all’intesa nucleare del 2015, riservandosi di rendere operativo un numero illimitato di centrifughe per l’arricchimento dell’uranioۚ». Uno scenario esplosivo, che persino l’agenzia di Rating Moody’s ha valutato come possibile shock economico da qui in avanti. Ma cosa ha scritto monsignor Leo Boccardi? «In questo giorno di Epifania, mi unisco a tutti voi in modo speciale perché questa festa ha un sapore tutto persiano! Lo dice San Giovanni Crisostomo nel suo discorso numero 6 sul Vangelo di Matteo: giudei che non avevano voluto credere ai profeti, appresero dalle labbra dei Persiani la nascita del loro Messia”. Mentre vi scrivo, scorrono alla televisione la immagini del funerale del Generale Soleimani che si sta svolgendo in tutte le grandi città del Paese. Una folla oceanica esprime dolore ma anche rabbia e annuncia vendetta. Stiamo vivendo momenti difficili in Iran e in tutto il Medio Oriente. La tensione è alle stelle e, a soli pochi giorni dalla celebrazione della Giornata Mondiale della Pace, vediamo come sia difficile credere, lavorare e costruire la pace. Una è la via che si deve seguire: il dialogo e il negoziato. Cosa può fare la nostra comunità. Certamente pregare per la pace e sono sicuro che lo farete! Ma anche seguire, informarsi e cercare di capire quello che sta succedendo perché tocca tutti noi. Rimaniamo uniti e non preoccupatevi, il mio Angelo Custode mi è sempre vicino e mi assiste!»